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Esponente di una illustre famiglia veneziana, che in pochi anni conosce fama e prestigio e si autocelebra nel fastoso palazzo sul Canal Grande, Carlo Rezzonico assiste come vescovo di Padova e poi come pontefice ai cambiamenti culturali che attraversano il Settecento, dal diffondersi delle idee illuministiche al mutamento del gusto artistico. Dagli sfarzi del barocco, passando per la leziosità del rococò, l'arte in Italia, e soprattutto a Roma, riscopre l'antico e lo reinventa, fino ad approdare al neoclassicismo. Testimone eccellente di queste vicende, Clemente XIII con la sua famiglia ne diventa protagonista, facendosi committente dei più noti artisti del tempo, da Anton Raphael Mengs a Pompeo Batoni, a Giovanni Battista Piranesi. Dopo la sua morte i nipoti, affidando ad Antonio Canova il monumento funebre dello zio nella basilica di San Pietro, celebreranno la memoria del papa e della famiglia, consacrando così la nuova arte di cui lo scultore di Possagno è tra i più grandi interpreti.